Eccomi di Johnatan Safran Foer
Ce la possiamo fare, Safran.
È difficile finirlo, perché quando inizi a leggere con l'idea di evadere dal tuo mondo, ti ritrovi nel tuo stesso identico mondo di insicurezze, paure, tensioni di più o meno quarantenne, sposato, con figli… in questo mondo di ladri. Sì, perché Safran Foer con Eccomi immerge nel senso della crisi più completo: la crisi della coppia, la crisi dei quarant'anni, la crisi dei figli che crescono e che non sappiamo guidare. Non basta, la crisi di una educazione, che nasce dalla cultura ebraica ma che fa parte di tutta la nostra generazione, che fa acqua da tutte le parti e la crisi di un mondo intero che si spacca definitivamente, dopo un terremoto che distrugge Israele. Questo nei più che minimi termini e senza voler essere un riassunto, solo per dire dove porta la lettura di questo romanzo. Ma, la meraviglia del modo di raccontare fa venire voglia di chiamare Jonathan Safran Foer e dirgli: "Ma eri qui a sentire i miei pensieri quando li ho pensati e poi li hai scritti come meglio non si poteva?" Perché, nell’inconsolabile modo di scandagliare quanto è duro vivere in questo mondo, qui e adesso, tra essere padri, figli, nipoti, Safran Foer salva in modo indelebile alcuni momenti della nostra vita.
Johnatan Safran Foer, Eccomi, Guanda, 2016 - traduzione di Abigail Piccinini Ugo